martedì 15 Aprile 2025
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    Speculazioni di borsa colossali sui dazi Usa grazie all’ottovolante delle quotazioni

    Le esternazioni repentine e contrastanti di Trump a mercati aperti hanno fortemente influenzato i mercati, con la possibilità che qualcuno abbia preso in parola l’andate ad arricchirvi lanciato dal presidente americano.

    Dal 2 aprile, giorno del “Liberation dayamericano lanciato dal presidente americano Donald Trump con l’emanazione della gragnuola daziaria che ha colpito tutto il mondo ad oggi le quotazioni delle borse internazionali sono state all’insegna dell’ottovolante da cardiopalma con ribassi profondi con altrettanti rialzi repentini, spesso avvenute a ridosso di dichiarazioni o messaggi lanciati via social dallo stesso Trump che hanno finito con il destabilizzare il mercato finanziario internazionale e quello americano in particolare, alimentando speculazioni di borsa colossali.

    Il problema è che Trump ha spesso esternato a mercati aperti, ignorando – o, forse, volutamente approfittando – degli effetti delle sue dichiarazioni circa l’andamento della politica dei dazi Usa prima con l’annuncio dell’applicazione di dazi dal 25% ad oltre il 45%, poi rialzati drasticamente per la Cina fino a portarli al 145%, fino all’annuncio della tregua dei dazi Usa, con 90 giorni di bonaccia in attesa che i vari leader di paesi bacino tutti il culo a Trump – lo ha detto lui stesso – attuando pratiche commerciali nella direzione attesa dall’amministrazione americana.

    La destabilizzazione daziaria ha avuto pesanti effetti anche sulle quotazioni di quei soggetti che hanno supportato il successo elettorale di Trump o che, a vittoria incassata, si sono affrettati a salire sul carro del vincitore, che hanno comunque incassato forti perdite almeno sulla carta.

    Non solo: le forti fluttuazioni delle quotazioni di borsa hanno avuto pesanti effetti anche sul risparmio degli americani, molto più allocato in strumenti finanziari di Borsa che non quello dei cittadini europei, oltre che dei fondi pensione dei lavoratori, che hanno registrato perdite anche del 30% in pochi giorni.

    Di fatto, gli annunci fatti dallo stesso Trump (“è ora di acquistare in Borsa” o “andiamo ad arricchirci”) potrebbero nascondere anche una sorta di colossale speculazione finanziaria orchestrate a suon di dichiarazioni e di messaggi social, ben sapendo dell’effetto che avrebbero causato a livello globale, tale che qualcuno a conoscenza delle mosse del presidente americano avrebbe potuto conseguire fantastici guadagni miliardari.

    Se le borse sono andate sull’ottovolante, pure i mercati obbligazionari non sono stati esenti da forti fluttuazioni, con quello statunitense gravato dal gigantesco debito Usa che ha subito una forte perdita con conseguente rialzo dei costi di gestione per l’amministrazione federale.

    Più che a parlare a dazio di cane, finendo con il destabilizzare i mercati e, cosa ancora più grave, ad incrinare la fiducia degli investitori, Trump farebbe meglio ad agire con più riflessione, parlando o scrivendo a mercati chiusi, evitando di alimentare le speculazioni di borsa, oltre a chiarire definitivamente l’obiettivo cui tendere, visto che il suo disegno di rilocalizzare rapidamente produzioni esportate dal territorio americano non è facile da concretizzare nel breve e medio termine. Mentre a breve i danni rischiano di essere superiori ai benefici.

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