La legge di bilancio 2025, dopo il voto proforma di domani al Senato, è legge e porta in dote la conferma strutturale anche per i prossimi anni del taglio del cuneo fiscale per i redditi mediobassi fino a 35.000 euro, con una coda calante fino a 40.000, e la riduzione da 4 a 3 degli scaglioni fiscali, con una leggera limatura delle aliquote per quello centrale, ma ancora poco o nulla sulle riforme incisive della spesa pubblica, ad iniziare dal taglio degli sprechi e della riforma della burocrazia che, da sole, avrebbero dato carburante all’azione del governo Meloni, alle prese con la difficoltà di trovare le risorse.
Nonostante sia giunto alla terza manovra della legislatura, il governo Meloni, nonostante la maggioranza di cui dispone, pare avere rinunciato ad affondare le mani in provvedimenti che incidano in profondità sull’assetto economico e di gestione dello Stato, puntando piuttosto a galleggiare, navigando tra alti e bassi sull’onda dell’esistente impostato da altri governi e da altre maggioranze. E il rischio, a metà legislatura, che la tendenza prosegua facendo terminare anche questa legislatura senza alcuna novità strutturale di rilievo, tale da fare perdere al premier e leader della maggioranza, Giorgia Meloni, la possibilità di diventare un vero statista, di quelli che la storia repubblicana ne ha avuti davvero pochi, spesso sopravanzati da una miriade di scartine.
Ti piace “Lo Schiacciasassi”? Iscriviti qui sul canale YouTube di “ViViItalia Tv”
Ti piace “ViViItalia Tv”? Sostienici!
Da una profonda riforma della spesa e della burocrazia, entrambi provvedimenti a costo zero che avrebbero il vantaggio di liberare ingenti risorse che oggi mancano, ci sarebbero benefici per tutti, dai cittadini che potrebbero avere servizi aggiuntivi e migliori, a partire dalla sanità e dall’istruzione, minore carico fiscale finalmente sulla sempre bistrattata classe media, quella che ha la sfiga di guadagnare tra i 35.000 e i 60.000 euro lordi all’anno, cui la legge di bilancio 2025 porta in dote un taglio delle detrazioni fiscali, alias un aumento nascosto delle già altissime tasse, e per le imprese. Senza trascurare il bilancio dello Stato che avrebbe maggiori risorse libere per abbattere l’enorme debito pubblico e la spesa per gli interessi.
Probabilmente, Meloni è stata prigioniera dei veti incrociati dei paladini dei vari padrinati della spesa clientelare e assistenziale e non ha avuto il coraggio sufficiente per imporsi ad alleati spesso riottosi, più propensi a guardare all’interesse di partito rispetto a quello, superiore, della Nazione. Con l’anno nuovo Meloni è chiamata alla prova d’appello, sperando che non manchi anche quella.
Intanto, di seguito ecco un ventaglio delle principali novità contenute nella legge di bilancio 2025.
FISCO
La revisione del taglio del cuneo prevede per i dipendenti con reddito fino a 20mila euro il riconoscimento di un bonus, per quelli tra 20 e 40.000 una detrazione con decalage. Per l’Irpef c’è la stabilizzazione delle aliquote su tre scaglioni. Gli interventi su cuneo e Irpef da soli assorbono oltre 17 miliardi. Ci sono risorse per il sostegno degli indigenti e per gli acquisti con la carta “Dedicata a te”. Per le imprese arriva l’Ires premiale: ridotta di 4 punti per chi accantona almeno l’80% degli utili del 2024 e ne reinveste in azienda almeno il 30% (e non meno del 24% degli utili del 2023), che però finirà con l’interessare solo poche migliaia di imprese. Si amplia da 30 a 35.000 euro il tetto di reddito da lavoro dipendente per accedere alla flat tax per la parte di lavoro autonomo. La web tax varrà solo per le grandi aziende con ricavi sopra i 750 milioni, la tassa sulle criptovalute resta al 26%. Aumentano le tasse su giochi e scommesse.
FAMIGLIA
Cambiano le detrazioni, con una stretta per i redditi oltre i 75.000 euro e l’introduzione del cosiddetto quoziente familiare. Per incentivare la natalità arriva anche il “bonus nuove nascite”, un “una tantum” da mille euro per ogni nuovo nato in nuclei con Isee sotto 40.000 euro. Viene esteso a tutti e reso strutturale il bonus nido (sempre per con Isee fino a 40.000 euro). Si allargano i congedi parentali all’80%, per tre mesi invece degli attuali due. Arriva il fondo “Dote famiglia” per le attività extra-scolastiche dei giovani da 6 a 14 anni in nuclei con Isee fino a 15.000 euro. Nasce il Fondo per il sostegno e la valorizzazione degli oratori.
PENSIONI
Le minime saranno rivalutate nel 2025, passando da 614,77 euro a 617,9. Vengono prorogate le misure di flessibilità in uscita “Quota 103”, “Ape sociale” e “Opzione donna”. Viene anche rafforzato il “bonus Maroni” per chi sceglie di restare al lavoro. Chi è nel sistema contributivo potrà cumulare la previdenza obbligatoria e quella complementare per raggiungere un assegno pensionistico pari a tre volte il minimo, riuscendo ad anticipare la pensione a 64 anni.
LAVORO
E’ prorogata per tre anni la maggiorazione del costo ammesso in deduzione per le nuove assunzioni, pari al 20%, elevato al 30% per giovani e donne. Viene rifinanziata la “Nuova Sabatini” e prorogato al 2025 il credito d’imposta per investimenti nella Zes per il Mezzogiorno. Prorogati per tre anni anche la detassazione dei premi di produttività (dal 10% al 5%). Il tetto dei “fringe benefit” sale a mille per tutti, duemila per chi ha figli; importi maggiorati per i neoassunti che accettano di trasferirsi ad oltre 100 chilometri da casa. Sale dal 25 al 30% il limite di detassazione delle mance che i camerieri ricevono dai clienti. Arriva la proroga del fondo di garanzia per le Pmi. Previsto anche un Fondo con 3 milioni in 3 anni a sostegno delle imprese dell’indotto Ilva. Arriva un fondo ad hoc di 70 milioni per finanziare la partecipazione dei lavoratori alla gestione e agli utili. Sale il fondo per le famiglie vittime incidenti lavoro e c’è anche una stretta contro l’abuso della Naspi.
CASA
Il bonus ristrutturazioni e l’ecobonus restano al 50% per le “prime case”, scendono al 36% per le altre, con tetto a 96.000 euro. Stesso schema anche per il “sismabonus”, senza tetto di spesa. Prorogato il bonus mobili a 5.000 euro. Rinnovate fino al 2027 le agevolazioni sui mutui per l’acquisto della “prima casa” per gli under 36 e le giovani coppie. Arriva il bonus per elettrodomestici con un contributo massimo del 30% del costo. Non potranno più essere portate in detrazione invece le caldaie a gas.
SANITA’
Nuove risorse per finanziare il fabbisogno sanitario nazionale standard, incrementato di 1,3 miliardi nel 2025. Una quota delle risorse è accantonata in vista dei rinnovi contrattuali 2028-2030. Aumentano le indennità di Pronto soccorso e quelle di medici e infermieri. “Flat tax” al 5% per gli straordinari degli infermieri. Dal 2025 tutte le ricette mediche saranno elettroniche. Risorse in più per la prevenzione del tumore al polmone. Incrementati i fondi del bonus psicologo, arriva il sostegno psicologico a scuola.
PA, MANAGER E MINISTRI
Blocco parziale del turnover nella pubblica amministrazione, ma vengono esclusi enti locali, Forze dell’Ordine, Vigili del Fuoco e ricercatori. Arriva anche il tetto ai compensi dei vertici degli enti che ricevono fondi pubblici. Per questi soggetti non ci sarà l’obbligo dei revisori del Mef ma una stretta sui controlli dei bilanci se gli aiuti statali sono “significativi”. Prevista una stretta per i costi della Rai, limitata alle consulenze esterne. Salta l’equiparazione dei compensi dei ministri non parlamentari con quelli dei colleghi eletti: avranno solo un rimborso trasferte. Arriva il divieto di compensi esteri, la cosiddetta norma “anti-Renzi”, anche per i membri del governo.
OPERE E TRASPORTI
Un miliardo in più alla Tav e un altro a Ferrovie per le opere Pnrr. I nuovi fondi destinati al Ponte sullo Stretto sono pari a 1,5 miliardi (con 500 milioni per le opere annesse). Proroga fino a 20 anni per le concessioni elettriche: il maggior gettito va a riduzione delle bollette. Le tasse d’imbarco salgono di 50 centesimi per i voli extra Ue.
TAGLI E COPERTURE
Dalla riorganizzazione delle detrazioni si ricava un miliardo, mentre dal capitolo banche-assicurazioni ne arrivano 3,5. Per le banche sono previsti interventi sulle Dta e sulle stock options, mentre le assicurazioni dovranno versare annualmente l’imposta di bollo. Un ulteriore contributo di 400 milioni arriva dalle banche per il taglio dell’Ires. Nel triennio 2025-2027 la spending review a carico dei ministeri prevede tagli per circa 7,7 miliardi.
Per rimanere sempre aggiornati con le ultime notizie de “Il NordEst Quotidiano” e “Dario d’Italia”, iscrivetevi al canale Telegram per non perdere i lanci e consultate i canali social della Testata.
Ti piace “Lo Schiacciasassi”? Iscriviti qui sul canale YouTube di “ViViItalia Tv”
Ti piace “ViViItalia Tv”? Sostienici!
YouTube
https://youtu.be/jCVFpvebm-c?sub_confirmation=1
Telegram
https://www.linkedin.com/company/diarioditalia
https://www.facebook.com/diarioditalia
https://www.facebook.com/viviitaliatvwebtv
© Riproduzione Riservata