Il Consiglio provinciale di Trento si è trasformato in una specie di saloon d’altri tempi, dove l’assessore alla sanità, la leghista Stefania Segnana, ha perso le staffe al termine di un suo intervento sbottando con un greve e pesante «vaffanculo porca troia» bofonchiato nel mentre si portava la mascherina regolamentare su bocca e naso, rivolto nei confronti della sua ex collega di partito, Alessia Ambrosi, passata qualche tempo fa tra le fila di Fratelli d’Italia.
Ambrosi non si abbassa al livello da stige della Segnana: «se qualcuno pensa che io e Fratelli d’Italia del Trentino ci lasciamo intimidire da questi atteggiamenti, sbaglia di grosso. Continueremo a lavorare, porre le nostre domande, chiedere risposte e offrire soluzioni. È per questo che la gente ci vota. Ci vota per essere coerenti, seri, dalla parte della gente avendo sempre presente il rispetto che è dovuto a tutti, tanto più agli alleati».
Al «vaffanculo porca troia» Ambrosi afferma «non mi interessa personalmente richiedere o ricevere le sue scuse. Ho già ricevuto offese dopo avere aderito a Fratelli d’Italia. Ma non è più un fatto personale. Le scuse sono invece a mio avviso dovute all’intera comunità trentina, perché quando il livello dello scontro diventa così volgare e imperdonabile si squalificano le istituzioni e a rimetterci è la collettività, e si offre un esempio pessimo, devastante, alle nuove generazioni».
Ambrosi si riferisce all’episodio che aveva visto protagonista l’ex presidente della Lega trentina, il consigliere provinciale Alessandro Savoi, che in un post aveva scritto «i cani restano cani e le troie restano troie» proprio a seguito del trasloco dalla Lega a Fratelli d’Italia dell’Ambrosi e dell’altra ex consigliera della Lega, Katia Rossato.
Ambrosi fa bene a non accettare provocazioni di bassa Lega da parte degli esponenti salviniani che, evidentemente, non hanno migliori argomenti se non quelli dell’invettiva e dell’offesa personale. E i risultati si colgono ogni giorno nel consenso calante del partito di Salvini che ha un andamento diametralmente opposto a quello guidato dalla Meloni.
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