venerdì 31 Gennaio 2025
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    Fondi Pnrr, arriva la VI rata: finora erogati all’Italia 122,2 miliardi

    Regalo di Natale per l’Italia nell’incasso dei fondi Pnrr con l’erogazione dalla Commissione europea della sesta rata di 8,7 miliardi – 6,9 miliardi di euro in prestiti e 1,8 miliardi di euro in sovvenzioni a fondo perduto – con il premier Giorgia Meloni che sottolinea via social come l’Italia sia primo in Europa per incasso dei fondi, ben 122,2 miliardi su un totale di 300 miliardi finora erogati dall’Unione europea ai 26 paesi (uno, l’Ungheria, è ancora sospeso per via della mancata risposta alla richiesta di alcune riforme di base nell’ordinamento magiaro) su un totale di 650 miliardi.

    L’Italia è lo Stato che ha ricevuto più soldi, anche perché era quello che ne aveva chiesti di più, sia a fondo perduto – canale inizialmente preferito anche da altri paesi – che a prestito. Ed è anche uno dei pochi Paesi che sta tenendo il passo con le scadenze delle rate del “Next Generation Ue”. C’è «l’impegno del Governo per formalizzare, entro fine anno, anche la richiesta di pagamento della settima rata, pari a 18,3 miliardi di euro – ha annunciato il neo ministro per gli Affari europei, Tommaso Foti -. L’Italia si conferma lo Stato membro Ue che ha ricevuto l’importo maggiore di finanziamento, pari a 122 miliardi di euro, corrispondente al 63% della dotazione complessiva del Piano. Un risultato positivo che permetterà all’Italia di investire in molti settori strategici».

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    Se l’andamento dell’incasso prosegue secondo i canoni previsti, viceversa l’andamento della spesa non va di pari passo, visto che secondo la relazione della Corte dei conti al 30 settembre 2024 risultano spesi solo il 30% dei fondi Pnrr incassati dall’Italia e tante opere pubbliche avviate, sempre secondo la Corte dei conti, nel 79% dei casi il tasso di avanzamento complessivo risulta essere inferiore al 25%. Solamente il 13% delle misure si colloca a un livello di avanzamento compreso tra il 25% e il 50%. Solo l’8% degli investimenti si trova a un livello ancora superiore. Il che è fonte di preoccupazione, visto che il piano scade, salvo proroghe al momento escluse, il 30 giugno 2026.

    Il rischio è che nei prossimi 18 mesi l’Italia debba confrontarsi con un colossale ingorgo finanziario, visto che in questo lasso di tempo è chiamata a spendere oltre 130 miliardi di euro, un’operazione decisamente ardua che apre al rischio concreto di molte opere non completate che comporta la restituzione a Bruxelles dei fondi, non solo quelli incassati e inutilizzati, ma tutto il relativo ammontare. Il che costituisce un pesante contrappasso: oltre al danno economico, la beffa di tenere sul groppone un’opera incompiuta, una delle tante che costellano la Penisola.

    I segnali di allarme sono evidenti e al governo dovrebbero agire di conseguenza, visto che già ora si è deciso di rinviare al biennio 2025-2026 12,6 miliardi di fondi Pnrr non spesi del biennio 2023-2024.

     

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