L’estensione dei costi delle emissioni di carbonio ai consumi privati e del trasporto causeranno pesanti effetti economici sulle famiglie e sulla competitività del “Made in Europe”.
Una bomba a miccia lenta sta per scoppiare sui costi energetici di famiglie e piccole imprese a causa dell’introduzione, a partire dal 2027, del sistema Ets2, (Emissions Trading System 2), un nuovo meccanismo europeo che impone il prezzo sulle emissioni di anidride carbonica provenienti dai consumi domestici e delle piccole imprese, nell’ambito di un ampliamento dell’attuale sistema di scambio di emissioni dell’Ue che oggi colpisce solo la grande manifattura energivora.
Con l’arrivo dell’Ets2 le spese per il trasporto stradale potranno aumentare fino al 27% e quelle per il riscaldamento domestico di ben il 41%. Famiglie e Pmi potrebbero trovarsi a fronteggiare un significativo aumento dei costi, con una stima di 160 euro in più all’anno per le bollette del metano con una quotazione odierna della CO2 a 60 euro alla tonnellata. Tuttavia, con le previsioni di un possibile aumento del prezzo della CO2 a oltre 110 euro a tonnellata entro il 2027, l’onere economico per i consumatori italiani sarebbe ancora maggiore, praticamente raddoppiato.
Il nuovo sistema di scambio di quote di emissioni dell’Ue riguarderà diversi settori, tra cui il riscaldamento domestico, il trasporto su strada e la piccola industria. Non solo le famiglie si vedranno direttamente impattate, ma anche i fornitori di carburante e i produttori di energia dovranno monitorare le proprie emissioni. Sebbene i consumatori finali non siano obbligati a monitorare direttamente queste emissioni, è molto probabile che i costi associati al sistema vengano trasferiti ai clienti, portando a un aumento generalizzato delle bollette di gas e riscaldamento.
La nuova misura sarà introdotta formalmente nel corso del 2025, ma la sua piena operatività e il suo impatto economico si manifesteranno nel 2027, quando il sistema di scambio di quote di emissioni sarà attivo.
Un’analisi di BloombergNEF alza già da ora il prezzo dell’azzeramento delle emissioni europee: con l’introduzione dell’Ets2, entro il 2029 il prezzo della CO2 potrebbe arrivare a 149 euro per tonnellata, con un conseguente aumento dei costi del trasporto su strada del 27% e un impatto ancora più pesante sulle bollette del riscaldamento domestico, che potrebbero crescere fino al 41%. Il sistema Ets2, che è stato creato per allinearsi agli obiettivi di riduzione delle emissioni dell’Unione europea, non prevede assegnazioni gratuite di quote, ma tutte le quote di emissione saranno assegnate tramite asta, il che aumenterà ulteriormente i costi sotto la spinta della probabile speculazione, già presente nelle attuali quote Ets.
Secondo l’analisi di BloombergNEF, «obiettivi ambiziosi e costi elevati rischiano di far perdere soldi alle famiglie e alle piccole imprese». Ad essere maggiormente colpito potrebbe essere il prezzo del gasolio sia da autotrazione che da riscaldamento, con aumenti di 14 centesimi al litro dal 2027, per poi salire a fino a 54 centesimi extra al litro dal 2031.
Gli aumenti indiscriminati gravanti sull’energia da riscaldamento e da autotrazione avranno effetti diretti anche sull’inflazione, spingendola al rialzo anche in modo consistente, specie in una realtà come quella italiana dove oltre l’80% delle merci si muove su strada, compromettendo anche la competitività del “Made in Europe” sui mercati internazionali, visto che fuori dai confini unionali il costo del carbonio non esiste, anzi: mentre in Europa si combatte a sangue per azzerare le proprie magre emissioni – 8% di quelle globali -, i grandi inquinatori – Cina, India e Usa – continueranno ad emettere pure con una tendenza all’aumento.
Pazienza se nel 2050 450 milioni di europei potranno respirare aria pura – forse fermando le correnti atmosferiche al confine dell’Ue -, avere fresche e limpide acque, ma la pancia vuota per via di una decrescita infelice sull’altare di un ecologismo fine a se stesso che avrà sacrificato milioni di posti di lavoro, il benessere diffuso e privato i cittadini dell’attuale ricchezza. Ne vale la pena?
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