Appuntamento il 3 marzo in vista dell’adozione del piano per il settore il 5 marzo. Le case costruttrici rilanciano sul motore termico, Diesel su tutti, a discapito dell’elettrico che non si vende.
Sul fronte del futuro dell’automotive Ue finito gambizzato da una politica fanfarona e abborracciata che ha imposto a prescindere lo scenario dell’elettrificazione totale della mobilità a partire dal 2035 forse si è giunti ad un punto di svolta dopo il palese, totale fallimento di questo ukaze che ha sconquassato uno dei principali settori economici e sociali europei, con la chiusura di fabbriche e licenziamenti di decine di migliaia di persone.
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, incontrerà il 3 marzo i rappresentanti del Dialogo strategico sul futuro dell’automotive prima di presentare il piano specifico per il comparto il 5 marzo.
A Bruxelles, i rappresentanti del settore automotive Ue hanno incontrato il commissario ai Trasporti, Apostolos Tzitzikostas, in un confronto dedicato alle infrastrutture. L’ultimo incontro “tematico”, dopo che il 12 e 13 febbraio i vertici principali case automobilistiche europee hanno incontrato rispettivamente i commissari Ue al Clima e al Lavoro, Wopke Hoekstra e Roxana Minzatu e il 17 e 19 febbraio i vicepresidenti della Commissione europea con deleghe per la Tecnologia e l’Industria, Henna Virkkunen e Stéphane Séjourné.
Il commissario Tzitzikostas, «ci ha garantito coinvolgimento, flessibilità nell’azione, ha già detto che nel 2026 ci sarà il momento in cui la nuova Commissione deciderà sul settore, cosa e come cambiare nello specifico, speriamo che non sia troppo tardi – ha detto l’assessore allo Sviluppo economico della Regione Lombardia e presidente dell’Alleanza delle regioni europee dell’automotive, Guido Guidesi -. Abbiamo chiesto alla Commissione europea un cambio di passo perché ciò che è stato deciso fino a qui ha provocato tutto quello che stiamo vedendo», ricordando la posizione sostenuta dall’Italia «di neutralità tecnologica, pluralità di trazioni per una mobilità che possa utilizzare tutta l’innovazione, compresi i biocarburanti».
«Certamente – ha continuato Guidesi – siamo soddisfatti per il fatto che il commissario abbia accettato il nostro invito al confronto; da un altro lato, però, al di là della parola “flessibilità” usata più volte dal commissario, siamo molto preoccupati. Posticipi e non ammissioni di errori rispetto alle scelte degli ultimi anni – conclude Guidesi – metterebbero fine all’industria dell’automotive Ue certificando il suicidio economico».
Intanto, le case costruttrici stanno cambiando i loro scenari operativi, con una ripresa dei piani di sviluppo dei motori termici che erano previsti in uscita già a partire dal 2030, mantenendoli in produzione anche oltre quella data, così come ha annunciato di voler fare Mercedes. Cambio di direzione dalla scelta a senso unico dell’elettrificazione impostata dall’ex amministratore delegato Carlos Tavares, anche per Stellantis, dove il nuovo responsabile per le operazioni europee, Jean Philippe Imparato, già boss di Alfa Romeo, constatato che l’elettrico si vende con moltissima fatica e che dal mercato c’è una forte richiesta inevasa di motori Diesel, ha deciso di frenare sull’elettrico e di rilanciare sulla migliore soluzione per la mobilità leggera e pesante, anche in termini di abbattimento delle emissioni, potenziando le linee di produzione dei Diesel da 1,5 e 2,2 litri che dovranno essere aggiornati allo standard Euro 7.
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