venerdì 31 Gennaio 2025
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    Automotive, il Ppe si allinea alla proposta italiana e chiede più flessibilità

    Attorno al capezzale dell’automotive europeo che rischia di esalare gli ultimi respiri complice la scellerata politica della Commissione europea Ursula Uno che rischia di essere clonata pari pari dalla Commissione europea Ursula Due, la politica pare dare segnali di vita, con il Ppe che si allinea alla proposta lanciata dal governo italiano e fatta propria, finora, da 15 governi europei, con quelli di Germania e Francia ancora alla finestra.

    Il Partito popolare europeo ha approvato il “Piano per salvare l’industria dell’automotive” per chiedere a Bruxelles di rivedere il sistema delle multe previste dal 1° gennaio 2025 per le case automobilistiche che non centrano i target intermedi di tagli delle emissioni. Nel documento, il Ppe chiede anche di garantire un approccio «tecnologicamente neutrale» al traguardo finale del 2035 (che prevede lo stop alla commercializzazione solo nel perimetro dell’Unione europea ai nuovi veicoli a benzina e diesel), per consentire l’uso un mix di tecnologie più ampio rispetto al solo elettrico e idrogeno, tra cui biocarburanti ed e-fuels. Gli eurodeputati del gruppo popolare chiedono alla Commissione Ue di «presentare il prima possibile una proposta per garantire flessibilità» all’automotive.

    Il Ppe ribadisce l’impegno per la neutralità climatica da raggiungere al 2050, chiedendo però di «anticipare» al 2025 (dal 2026) la clausola di revisione del regolamento sulle emissioni CO2 delle auto che dal 2035 imporrà un divieto di immatricolare nuovi veicoli con motori a combustione interna, diesel e benzina, e includere i biocarburanti nella transizione. La «revisione urgente» richiesta dal gruppo è necessaria per «riflettere il principio di neutralità tecnologica», ovvero riconoscere il ruolo di tutte «le tecnologie nel raggiungimento della riduzione di CO2», compresi «carburanti alternativi, e-fuels e biocarburanti».

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    Il Ppe, gruppo che esprime la forza di maggioranza del Parlamento europeo oltre che artefice della ricandidatura di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione europea, di fatto sposa molte delle richieste avanzate in tema di automotive negli ultimi mesi a Bruxelles dall’Italia e dal ministro alle Imprese, Adolfo Urso, per anticipare all’inizio del prossimo anno la revisione e includere i biocarburanti nella transizione, non solo gli e-fuels sponsorizzati dalla Germania che al momento sono ancora lungi dall’essere commercializzati a differenza dei biocarburanti che sono già una realtà alla pompa proposti allo stesso prezzo di quelli fossili.

    Intanto, a smontare l’assunto della mobilità ad impatto zero acquisibile solo con l’elettrificazione totale, arrivano i test condotti dall’organismo indipendente Ncap, quello che valuta la sicurezza dei veicoli sottoponendoli a crash test, che ha realizzato su cinque Suv test di sostenibilità ambientale, i cosiddettiGreen Ncap”, evidenziando come un veicolo ibrido a benzina (Honda Civic) o uno a gasolio (Mercedes Glc) abbiano un impatto ambientale decisamente ridotto, al limite del trascurabile, evidenziando al contempo come i dati di consumo – e di emissioni inquinanti sul fronte della generazione elettrica, in Europa ancora oltre il 50% di origine fossile – dei modelli totalmente elettrici siano estremamente volubili in base alle condizioni di guida ed ambientali. Di fatto, un Suv elettrico compatto come l’Honda e:Ny1 vede i propri consumi variare dai circa 17 kWh/100 km nei test di guida su strada extraurbana, per salire a 27,3 kWh/100 km nella guida in autostrada, per sfondare la soglia dei 40,2 kWh/100 km in condizioni di guida con temperature sotto zero, -7°C nel caso del test -, praticamente riducendo a poco più di 100 km l’autonomia garantita dalla batteria con 58,7 kWh di capacità.

     

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