Ma per spesa procapite svettano le autonomie speciali. I dati 2023 della Ragioneria dello Stato.
Se la spesa statale verso le regioni in termine di volumi finisce soprattutto in quelle più popolose come Lazio, Lombardia, Sicilia e Campania, viceversa alle casse della Repubblica costano di più un cittadino valdostano, un trentino e un friulano, secondo i dati elaborati dalla Ragioneria dello Stato sul bilancio 2023, indicando anche le modalità di spesa, che spesso variano da regione a regione a seconda delle priorità politiche dei governi locali.
Ad esempio, la maggior parte della spesa statale per ordine pubblico e sicurezza è andata alla Sicilia, mentre alla Lombardia quelli per lo sviluppo industriale. In generale, il flusso dal governo centrale alle amministrazioni locali è praticamente stabile rispetto agli anni precedenti: su un ammontare complessivo di pagamenti pari a 852,236 miliardi di euro, nel 2023 sono stati ripartiti a livello regionale 340,786 miliardi, pari al 40% della spesa totale. Nel 2022 era 319,971 miliardi, mentre nel 2021 324,552 miliardi.
Nella classifica che misura il ruolo dello Stato nelle regioni, spiega la Ragioneria, il Lazio è quasi sempre al primo posto in quanto sede delle principali istituzioni, e quindi destinatario di fondi anche per i ministeri ed autorità varie. Alla regione Lazio sono arrivati 43 miliardi di euro nel 2023, contro i 34,3 della Lombardia, 28,3 della Sicilia, 26,4 della Campania, 19,3 dell’Emilia Romagna. Ultimi Valle d’Aosta e Molise, con 1,4 e 1,7 miliardi.
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La spesa pro capite ribalta la graduatoria per volume della spesa pubblica: lo Stato spende 11.921 euro per un abitante della Valle D’Aosta, 11.089 per un altoatesino, 9.840 per un trentino, 7.638 per un friulano e 7.518 per un sardo e 5.905 per un siciliano, tutte regioni a Statuto Speciale. Nel campo delle autonomie ordinarie, spicca la spesa per un laziale, 7.576 euro all’anno, che stacca nettamente quella per un emiliano romagnolo a 4.344 euro, un veneto 3.872 euro e per un lombardo a quota 3.470 euro, la più bassa d’Italia.
Se si guarda alla distribuzione per settore, dopo il Lazio è la Sicilia quella che ha speso di più in ordine pubblico e sicurezza (800 milioni circa, il 10% della spesa regionale complessiva). Per il controllo del crimine il record va invece alla Lombardia (524,5 milioni). Per la giustizia Sicilia (949 milioni) e Campania (860 milioni) staccano nettamente tutte le altre. Il piccolo Molise invece ha il primato di spesa per la protezione civile, un miliardo di euro, quasi l’intero ammontare della sua spesa, più della Campania (815 milioni) e dell’Emilia Romagna (408 milioni). Ma per il soccorso civile, invece, l’Emilia Romagna alluvionata ha ricevuto un miliardo e mezzo, otto volte più della spesa media, il 37% della spesa regionale complessiva dedicata a quella voce.
Il primato economico e industriale della Lombardia emerge anche dai conti della Ragioneria sula spesa statale. E’ quella che spende di più in energia e diversificazione delle fonti (un miliardo), davanti al Piemonte (806 milioni). E’ in testa anche sulla spesa per competitività e sviluppo delle imprese con 186 milioni, tre volte la Campania, che è seconda con 56 milioni. Prima anche sulla spesa per regolazione dei mercati (8 milioni), sul diritto alla mobilità e sviluppo dei sistemi di trasporto (2,2 miliardi, davanti al Piemonte con 1,9 miliardi) e sui sistemi stradali e autostradali (196 milioni). Spicca poi su ricerca e innovazione (809 milioni), superando anche il Lazio dei ministeri (470 milioni).
Su infrastrutture pubbliche e logistica al primo posto c’è invece il Veneto (481 milioni), con una forte economia basata su industria e turismo. La Lombardia è anche quella che spende di più per la tutela della salute (25,8 miliardi, più del doppio di Emilia Romagna e Campania) e per l’istruzione (5,7 miliardi, con la Campania seconda a 4,6).
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