L’associazione dei concessionari autostradali in una lettera a Salvini evidenzia le criticità del bando che è all’attenzione della Commissione europea, con l’invito a rivedere le modalità di gara.
Il bando di gara europeo per l’affidamento della concessione A22 cinquantennale, ora in capo ad Autostrada del Brennero Spa, sta esplodendo nelle mani del ministro delle Infrastrutture e trasporti Matteo Salvini, visto che l’associazione dei concessionari autostradali italiani, l’Aiscat, gli ha inviato una missiva in cui si evidenziano una serie di problematiche che contrastano con le norme italiane ed europee.
L’Aiscat, nella lettera firmata dai tre vice- presidenti (il presidente è vacante dopo le vicende che hanno visto protagonista lo stesso Diego Cattoni, amministratore delegato di Autobrennero ed ex presidente dell’associazione) Marco Monaco (presidente di Autostrade Alto Adriatico), Roberto Tomasi (amministratore delegato di Autostrade per l’Italia) e Umberto Tosoni (amministratore delegato di Astm gruppo Gavio), a Salvini e al presidente dell’Autorità di regolazione dei trasporti (Art), Nicola Zaccheo, esprime «una forte preoccupazione» circa alcuni aspetti del bando di gara che «appaiono estranei al sistema regolatorio introdotto da Art nel 2019 e in corso di revisione nell’ambito di un diverso procedimento, contrarie alle recenti riforme introdotte dal legislatore e distanti dai principi di equità a cui si dovrebbe invece ispirare un sistema funzionale al sostentamento di grandi investimenti come quelli in questione».
Aiscat elenca alcuni elementi del bando di gara che meritano una maggiore valutazione, a partire dalla necessità di valutare soluzioni alternative per sostenere gli investimenti, al di là della finanza di progetto, «soluzione già ritenuta non idonea in sede europea». Salvini ha autorizzato la proposta spontanea di finanza di progetto presentata da Autostrada del Brennero Spa, che manterrà il diritto di prelazione anche in caso di perdita della gara che vede investimenti per 9,2 miliardi di euro interamente autofinanziati spalmati sui 50 anni della durata della concessione, che secondo Autobrennero dovrebbero contribuire allo sviluppo di tutti i territori attraversati dalla A22, con il contrappasso di azzerare gli attuali grassi utili che la società oggi stacca agli azionisti enti locali.
La stessa Commissione europea avanza dubbi circa il diritto di prelazione previsto dal bando di gara autorizzato da Salvini, già ritenuto dalla Commissione stessa contrario ai principi di parità di trattamento e di non discriminazione della direttiva concessioni e del diritto primario.
«Riteniamo poco coerente introdurre una norma (la legge 193/2024) in data 18 dicembre 2024 che vieta espressamente l’applicazione dell’istituto della finanza di progetto alle concessioni scadute e/o in scadenza e pubblicare un bando solamente pochi giorni dopo (il 3 gennaio 2025) in aperta deroga alla stessa – sottolinea Aiscat -. Sarebbe stato più coerente procedere alternativamente o con una proroga della concessione, qualora le opere siano considerate urgenti per la sicurezza trasportistica del Paese, o con una gara con termini e condizioni in linea con la normativa di riforma appena emanata».
Altro punto critico sollevato nella lettera mandata a Salvini da Aiscat riguarda la continuità progettuale: «lo sviluppo dei progetti da parte del concessionario uscente è certamente comprensibile dal punto di vista di efficienza ed efficacia. Non si può non evidenziare tuttavia come tale approccio determini che il rischio di progettazione delle opere si riverberi nei confronti del concessionario subentrante, soggetto che lo assumerebbe in una condizione di chiara asimmetria informativa e non chiara valutazione del profilo di rischio».
In conclusione, l’associazione dei concessionari autostradali auspica che quanto esposto possa indurre il ministro Salvini alla rivisitazione della procedura di affidamento e delle condizioni economiche e regolatorie in essa previste, «così da farla evolvere a condizioni di efficacia e di efficienza, creando davvero condizioni favore- voli di mercato per un sistema autostradale moderno e sostenibile».
La bordata lanciata da Aiscat è decisamente potente e rischia di squassare le strategie sul rinnovo della concessione A22 degli azionisti di Autobrennero, a partire dai vertici della regione Trentino Alto Adige, azionista di maggioranza della società, che farebbero bene a sfoggiare minore sicurezza perché a furia di essere troppo ingordi (concessine cinquantennale a fronte di un limite di 15 anni e diritto di prelazione), possono finire con il rimanere con un pugno di mosche.
Se Salvini fosse un ministro di altra levatura, più che fungere da tappettino alle volontà degli enti locali amministrati quasi tutti da suoi sodali di partito, avrebbe dovuto per vie brevi prendere la concessione A22 scaduta da 10 anni e trasferirla senza oneri alla società in house del Mit Autostrade dello Stato o, in alternativa, alla società Cav – compartecipata al 50% ciascuno da Anas e da regione Veneto -, che si prepara già a subentrare alla concessione dell’autostrada Brescia Padova nel 2026 a concessione scaduta. Tutto il resto sono solo tentativi probabilmente destinati a naufragare sotto la mannaia della Commissione europea, oltre che del buon senso che purtroppo scarseggia in troppi amministratori locali e nazionali.
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