sabato 1 Febbraio 2025
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    Economia italiana 2024 ferma a +0,5% e il 2025 parte da quota zero

    Sei mesi di stagnazione. Produzione industriale e fatturato 2024 in negativo, così come i consumi delle famiglie italiane.

    L’economia italiana ha vistosamente frenato nel secondo semestre 2024 entrando in una fase di stagnazione che mette l’Italia, insieme a Germania e Francia, nel club dei Paesi europei in difficoltà, in deciso contrasto con la crescita forte di Spagna e Portogallo, e dimezza la crescita dell’intero 2024 allo 0,5%, nonostante l’iniezione senza precedenti di fondi europei tramite il Pnrr.

    I dati dell’Istat dicono che il Pil italiano nel quarto trimestre del 2024, corretto per il calendario e destagionalizzato, ha segnato crescita zero rispetto ai tre mesi precedenti, quando già era rimasto stazionario. L’impatto sul dato dell‘intero 2024 è che la crescita, sempre corretta per gli effetti di calendario e destagionalizzata, si ferma a 0,5%, la metà dell’1,1% della Francia e dell’1% indicato nel Piano strutturale di bilancio (Psb) del governo Meloni.

    L’effetto trascinamento sul 2025 si azzera, anche se non sarebbe pesante l’impatto della stagnazione sul bilancio, visto che la crescita indicata nel Psb, ai fini dei conti pubblici, non depura i dati dalle quattro giornate lavorative in più dell’anno passato del 2023.

    La stagnazione dell’Italia trova una qualche mitigazione nel dato della media europea, con una crescita zero negli ultimi tre mesi dell’anno dopo il +0,4% nel trimestre estivo, un dato che conferma il legame stretto della manifattura italiana con i destini dell’economia tedesca, che chiude il suo secondo anno consecutivo di recessione con un –0,2% nel trimestre ottobre-dicembre e con una previsione di recessione formulata dagli industriali tedeschi pure per il 2025. Entrambe le economie vedono aumentare il tasso di disoccupazione, in Italia di tre decimali al 6,2%, dopo anni di minimo record comune a tutta l’area euro.

    La stagnazione mette l’Italia, fino a pochi mesi fa indicata da qualcuno come nuovo motore economico europeo, fra i Paesi dove la ripresa resta debole, come la Francia il cui -0,1% nel trimestre è il segnale di come la crisi politica nelle due maggiori economie europee stia provocando uno stallo anche economico, complice anche il bilancio statale francese non ancora definito.

    Gli effetti del Pnrr, che doveva servire a colmare i ritardi di crescita economica del Belpaese, non si vedono appieno sull’economia italiana, mentre rimane evidente lo stacco fra Germania, Francia e Italia da una parte, e le economie più ancorate ai servizi come Spagna, che chiude il 2024 con un +3,2% dopo un quarto trimestre a +0,8%, e il Portogallo con il suo +1,9% dell’intero 2024.

    Sul fronte dei consumi, Confcommercio sottolinea che «senza nuovi impulsi favorevoli sarà molto difficile raggiungere un traguardo di incremento del Pil attorno all’1% nell’anno in corso»: i consumi sono ancora negativi nonostante migliori la fiducia fra le famiglie.

    La manifattura naviga ancora in territorio negativo, con due anni di continui cali e con il 2024 che chiude a -2,1%, nonostante qualche piccolo segnale di ripresa a novembre, anche se gli indici Pmi di dicembre dicono il contrario: industria ancora in negativo dopo quasi due anni di recessione e un terziario che torna in crescita, mentre i servizi sono dati ancora in calo.

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