giovedì 30 Gennaio 2025
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    Ursula Bis, il suicidio politico ed economico dell’Europa

    Alle elezioni Usa, Donald Trump ha vinto all’insegna dell’”America First o del “Maga” ovvero “Make America Great Again”, fare di nuovo grande l’America, mentre in Europa con l’Ursula Bis si continua a fare gli interessi del resto del mondo intero a danno di quelli degli europei. Mentre Trump ha sterzato vigorosamente sulle politiche ambientali e sociali impostate negli 8 anni di presidenza di Barak Obama e dei 4 anni di Joe Biden, con in mezzo tra le due presidenze democratiche il primo mandato Trump, in Europa la gestione di Ursula von der Leyen prosegue dritta nel solco tracciato dall’Ursula Uno, su quello scenario tracciato dall’ex vicepresidente della Commissione, il socialista Frans Trimmermans, che è semplicemente contrario agli interessi degli europei.

    In numeri sono lì a testimoniarlo. Il Pil 2024 dell’Unione europea è cresciuto dello 0,9% (e nel 2025 potrebbe pure fare peggio complice la crisi tedesca e francese), mentre negli Usa è cresciuto del 3%, rappresentando un quarto del Pil mondiale. Negli Stati Uniti i consumi vanno a gonfie vele (3,7% in più) e la disoccupazione è ai minimi termini (4,1%). Oggi l’economia americana vale il doppio di quella europea, nonostante una popolazione del Vecchio continente decisamente più elevata (449,2 milioni contro 334,9).

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    Se la preoccupazione di Trump è fare il suo paese ancora più grande e prospero di quanto sia oggi, puntando allo sviluppo della propria attività economica senza gli orpelli dell’ambientalismo e del politicamente corretto tanto caro alle sinistre globali, in Europa l’Ursula Bis si preoccupa degli equilibri mondiali, a partire dall’impatto ambientale da azzerbare – nonostante sia tra i più bassi in assoluto, 7% – quando le altre grandi realtà economicheUsa, Cina, Indiavanno proprio in direzione opposta, con largo utilizzo del carbone per tenere bassi i costi energetici interni.

    Anche dal pulpito del Forum di Davos, von der Leyen ha confermato il percorso dell’Ursula Due , a partire dalle multe stratosferiche per il 2025 alle aziende automobilistiche europee che superano la soglia di emissione fissata a tavolino da politici del tutto staccati dalla realtà in cui vivono gli europei, i quali si devono confrontare con costi energetici che in Europa sono mediamente tripli rispetto a quelli americani proprio sull’altare delle politiche ambientali suicide di Bruxelles, con la deindustrializzazione che morde complice costi ambientali che i concorrenti globali non subiscono, anzi sorridono ad un mercato europeo sempre più desertificato da produttori interni e trasformato in un colossale mercato di consumatori destinati ad essere sempre più poveri perché disoccupati. Ma che respirano un’aria pulita che, però, non riempie la pancia.

     

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